Dovete scegliere un manga qualsiasi tra quelli dell'hasta, quello che vi piace di più o stuzzica maggiormente la vostra immaginazione
Una volta fatto, provate a creare un racconto ambientato nell'universo di quel manga.
L'importante è che il protagonista NON sia uno dei personaggi del manga in questione, possono apparire dei personaggi noti, ma solo come gregari o personaggi di sfondo.
Avete tempo fino al 10 agosto a mezzanotte.
Chi vuole partecipare lo faccia presente qui nel topic con un post
Il racconto migliore sarà scelto in base a un voto popolare e quello di una giuria di qualità
Le qualità che più saranno valutate e su cui dovete concentrarvi sono:
correttezza linguistica e grammaticale
attinenza del racconto al manga scelto: deve rispettare l'atmosfera del manga come un vero e proprio spinoff
bellezza della trama
simpatia dei personaggi
figosità generale
per quanto riguarda la lunghezza dev'essere superiore alle mille parole e non superare troppo le seimila
comunque è un'indicazione, se vi viene in mente un'idea per un racconto flash di 500 parole provateci
Concorso #1
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- Wolf94
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Interessante. Se mi viene l'illuminazione partecipo
"Ogni volta che piazzi una pietra sul goban, stai esponendo qualcosa di te stesso. Non è un semplice pezzo di vetro, di conchiglia o di plastica. In quella pietra sono infusi i tuoi sentimenti, la tua individualità, la tua forza di volontà e, una volta giocata, non si può più tornare indietro. Su ogni pietra grava una grande responsabilità per il raggiungimento del tuo obiettivo."
- Cit. Kajiwara Takeo, 9° dan professionista di go
I cazzeggiatori della chat:
L'ombroso, Master of Loli, Wolfman, L'illuminato e Mr. Rosa Shocking.
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Spoiler:
Ma che te ne frega...L'importante è divertirsi..ulquiorra90 ha scritto:nn fa per me XDcorrettezza linguistica e grammaticale
Io ho già mezz' idea...Speriamo di concludere..
Call ma un premio non lo metti?asd
Bell'iniziativa! Non penso che parteciperò ma seguirò il topic come spettatore e votante popolare.
- Hastafantasy
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Io penso parteciperò (sperando di non trovarmi l'unica).
- Ripper_92
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ommioddddio, siamo il 7 agosto a -3 giorni e ancora nessun racconto!
- Hastafantasy
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Una goccia di pioggia cade dal cielo, atterra sulla foglia di un albero, poi il vento la fa volare via insieme alla foglia autunnale. Il vento soffia impetuoso nella foresta, sulla montagna ed in pianura. Sembra che il mondo intero sia sferzato dal vento di tempesta...
Nelle tombe e nei fossi i cadaveri imputridiscono, nello stomaco dei nuovi esseri quali troll, orchi ed incubi che agitavano le leggende, ora gli stessi cadaveri vengono digeriti. Gli spiriti delle persone mangiate gridano d'odio e sgomento, si uniscono al vortice di terrore nel clifoto, il canale di scolo della Dimensione degli Spiriti. Ma per le anime ancora sotto shock, quelle che ancora non hanno compiuto il passaggio, per loro c'è speranza.
Ci sono io: Reìna.
"Mamma... Mamma!" Se c'è una cosa che detesto in ciò che faccio è questo momento: quando si rivive la morte. Fortunatamente questa fu rapida, giusto una breve corsa nella notte, via da una casa di contadini al cui interno si celava un massacro. I piccoli piedi nudi della bambina (i miei piedi, nella visione) battevano sulla strada di terra battuta, mentre le lacrime scorrevano e la mia vocetta infantile invocava la mamma. Poi un colpo secco alla nuca, infine il buio.
Il fantasma si ridestò alla coscienza e mi guardò con occhi eterei. Chiese:"Chi sei tu?" "Sono una strega" le risposi "E sono quì per mandarti a casa, se è ciò che desideri." L'immagine trasparente della ragazzina tremò:"La mia casa è stata distrutta" Io scossi il capo:"Quella non è più la tua casa e tu non sei più una ragazzina. Sei morta, bambina mia." Stetti in silenzio qualche secondo, per lasciarle assimilare la cosa, poi ripresi:"Ora hai una scelta. Se ti lasci prendere dal panico e dal terrore, finirai nel clifoto, ad urlare in un flusso di eterna disperazione... MA!" Posi l'accento su quel 'ma' al fine di focalizzare la sua attenzione su ciò che stavo per dire:"Se mantieni la calma e ti lasci condurre da me, ti porterò nel mondo degli spiriti, un luogo pieno di meraviglie, dove potrai essere serena e felice." Sentii la sua speranza fluire in me come un fluido benefico e curativo, sapevo che avrebbe chiesto:"I miei genitori ed i miei amici sono lì?" Così fece e io gli risposi:"Si bambina, le persone a te care sono li" La solita bugia, ma servì allo scopo. Mi sorrise e si lasciò mandare all'altro mondo, quello giusto. Dev'essere dura, mentire così. Maer l'ex fabbro era sempre stato un tipo empatico, anche da vivo. Volsi la mente agli spiriti che avevano scelto di seguirmi nel mio cammino e gli comunicai: Si, ma non quanto credi. Volsi lo sguardo verso le strade del villaggio, disseminate di molti altri cadaveri. Accompagnata dagli spiriti che viaggiavano con me, passai al prossimo.
Alla fine della giornata, avevo due nuovi compagni: Richelt e Damera. Erano anime dei morti, come gli altri quindici che mi seguivano, ma non avevano ancora compiuto il rito. Fortunatamente, i fantasmi veterani stavano spiegando loro i dettagli in mia vece: Il rito serve a renderti uno spirito indipendente. Se rimanessi come sei ora, la tua coscienza finirebbe per sbiadire e diventeresti una mera ombra destinata a vagare senza meta, senza contare che il primo Apostolo potrebbe incorporarti a se.
Dio mio, che schifo! Disse* Damera
Concordo. Dopo il rito potremo combattere qui mostri? Chiese Richelt
Si e no. Gli fu risposto Quelli sono a metà fra il mondo umano ed il clifoto, che è una parte del Regno degli Spiriti, servono carne e sangue per combatterli, a meno di non essere uno spirito bello potente, s'intende. I due novizi manifestarono la loro perplessità, così Marcus, il fantasma di un mercenario, proseguì la spiegazione. Le streghe normalmente tessono i loro incantesimi contando sull'ausilio degli spiriti che evocano dall'altra dimensione. Tuttavia, nulla vieta loro di trarre forza dagli spiriti in questa dimensione. Una volta compiuto il rito, le anime si trasformano in spiriti, od in qualcosa di straordinariamente simile. Reina a quel punto avrebbe potuto chiamarli a sé, fondersi con loro e trasformarsi in un concentrato di forza dalle incredibili capacità combattive ed estremamente incazzato, ma senza un oncia di disperazione in corpo.
Avete battuto molti mostri con questo metodo? Domandò ancora Richelt.
Per ora ne abbiamo sconfitti solo cinque, disse Fer l'ex fornaio, ma perché all'inizio eravamo pochi ed abbiamo dovuto evitare quelli più grossi. Più siamo e più ne abbatteremo.
*Un fantasma non ha le corde vocali, ma facciamo finta che abbia usato la voce invece di limitarsi a trasmettere con precisione il suo stato emozionale, com'è uso fra fantasmi e spiriti in genere.
La radura in cui giunsero splendeva nel sole di mezzogiorno.
Mentre gli spiriti vagavano qui e là, Reina tracciò sigilli sugli alberi, chiamando a se le forze ancora pure del bosco e della terra. Ad ultimare l'incantesimo preparatorio, la strega alzò le braccia al cielo e le sue mani in breve tempo non sentirono più il tepore del sole, il suo spirito si proiettò in un'altra dimensione, alla presenza dei Quattro Re. Essi diedero la loro benedizione ed una cascata di pura luce multicolore si riversò nella radura. I fantasmi vecchi e nuovi accolsero la luce nella propria essenza, grati della gioia che trasmetteva.
"Demera" Chiamò Reina "Vieni avanti, se è ancora forte in te il desiderio di combattere." Demera prese un metaforico respiro e si avvicinò alla strega, che ora stava al centro della radura. La Reina sembrava un uomo. L'abbigliamento era quello di un cacciatore senza arco e frecce, indumenti di pelle più resistenti che comodi, niente affatto belli. Alla cintura, sul fianco destro, era legata una borsa dalla capienza imprecisata e dal contenuto misterioso. Non portava cappelli a punta ne bastoni, solo un laccio di cuoio le cingeva il capo dai radi capelli mori e due bracciali intagliati di rune, uno di biancospino, l'altro di cipresso, le cingevano i polsi sostituendo il bastone. Quando il fantasma le fu davanti, incrociò le braccia e prese a mormorare una litania. Mentre cantava a mezza voce, i due bracciali presero a ruotarle sui polsi, senza toccare la pelle. I suoi occhi, in un primo momento dallo sguardo assente, si focalizzarono poi su Demera, scavandole l'animo. Questo mise la ragazza/fantasma a disagio, ma il dolore della sua morte era ancora vivo e lasciò fare la strega senza opporsi. Voleva combattere. Lo voleva talmente tanto che il suo carattere irascibile si risvegliò ancora una volta in un guizzo di rabbia. Un guizzo... o una scintilla. "Mrabornar andermur sundrasut" Mormorò Reina, significava:"Accogli la tua accolita, Signore del Fuoco". La strega distese le mani davanti a sè ed il fantasma vi pose sopra le sue, opalescenti. Un momento Demera fissava lo sguardo negli occhi di Reina, il momento dopo si trovò catapultata nel suo animo. Non avrebbe potuto spiegarlo, ma sapeva che quello era l'animo di Reina. Tuttavia non le fù lasciato il tempo di guardarsi in giro, un vento impetuoso (la volontà della strega) la condusse attraverso una porta nascosta e fù nel mondo degli spiriti, al cospetto del suo angelo guida fatto di fiamme e luce. Il suo essere, quella piccola ombra che era rimasta di lei, bruciò e venne temprata, per poi rinascere come uno spirito-salamandra, dalle sembianze di un rettile antropomorfo incandescente. Demara (gli fu permesso di mantenere il suo vecchio nome in virtù del patto con Reina) gioì della sua nuova forza e si sentiva attratta dal mondo del suo nuovo Signore, ma un piccolo circolo d'oro comparve alla sua caviglia ed il neonato spirito di fiamma ritornò indietro, nel mondo mortale. Demara volò nella radura, con nuovi occhi e nuovi sensi, guardando i suoi nuovi compagni e la strega, vedendoli per la prima volta come apparivano sull'Altro Piano: Spiriti della Terra e dell'Acqua, della Forza, del Vento, della Luce ed altro ancora. Poi c'era Reina. La Strega sua salvatrice era come un essere fra due mondi, un piede sul suolo terreno ed uno sull'erba del Paradiso. La sua anima rifulgeva della luce dell'Altro Mondo, mentre il suo corpo manteneva la solidità terrena. Per la prima volta da quando l'aveva incontrata, Reina le sorrise, felice della sua gioia ritrovata. Poi il suo sguardo si fece nuovamente grave ed assente:"Richelt" Chiamò "Vieni avanti, se è ancora forte in te il desiderio di combattere".
Fine.
Nelle tombe e nei fossi i cadaveri imputridiscono, nello stomaco dei nuovi esseri quali troll, orchi ed incubi che agitavano le leggende, ora gli stessi cadaveri vengono digeriti. Gli spiriti delle persone mangiate gridano d'odio e sgomento, si uniscono al vortice di terrore nel clifoto, il canale di scolo della Dimensione degli Spiriti. Ma per le anime ancora sotto shock, quelle che ancora non hanno compiuto il passaggio, per loro c'è speranza.
Ci sono io: Reìna.
"Mamma... Mamma!" Se c'è una cosa che detesto in ciò che faccio è questo momento: quando si rivive la morte. Fortunatamente questa fu rapida, giusto una breve corsa nella notte, via da una casa di contadini al cui interno si celava un massacro. I piccoli piedi nudi della bambina (i miei piedi, nella visione) battevano sulla strada di terra battuta, mentre le lacrime scorrevano e la mia vocetta infantile invocava la mamma. Poi un colpo secco alla nuca, infine il buio.
Il fantasma si ridestò alla coscienza e mi guardò con occhi eterei. Chiese:"Chi sei tu?" "Sono una strega" le risposi "E sono quì per mandarti a casa, se è ciò che desideri." L'immagine trasparente della ragazzina tremò:"La mia casa è stata distrutta" Io scossi il capo:"Quella non è più la tua casa e tu non sei più una ragazzina. Sei morta, bambina mia." Stetti in silenzio qualche secondo, per lasciarle assimilare la cosa, poi ripresi:"Ora hai una scelta. Se ti lasci prendere dal panico e dal terrore, finirai nel clifoto, ad urlare in un flusso di eterna disperazione... MA!" Posi l'accento su quel 'ma' al fine di focalizzare la sua attenzione su ciò che stavo per dire:"Se mantieni la calma e ti lasci condurre da me, ti porterò nel mondo degli spiriti, un luogo pieno di meraviglie, dove potrai essere serena e felice." Sentii la sua speranza fluire in me come un fluido benefico e curativo, sapevo che avrebbe chiesto:"I miei genitori ed i miei amici sono lì?" Così fece e io gli risposi:"Si bambina, le persone a te care sono li" La solita bugia, ma servì allo scopo. Mi sorrise e si lasciò mandare all'altro mondo, quello giusto. Dev'essere dura, mentire così. Maer l'ex fabbro era sempre stato un tipo empatico, anche da vivo. Volsi la mente agli spiriti che avevano scelto di seguirmi nel mio cammino e gli comunicai: Si, ma non quanto credi. Volsi lo sguardo verso le strade del villaggio, disseminate di molti altri cadaveri. Accompagnata dagli spiriti che viaggiavano con me, passai al prossimo.
Alla fine della giornata, avevo due nuovi compagni: Richelt e Damera. Erano anime dei morti, come gli altri quindici che mi seguivano, ma non avevano ancora compiuto il rito. Fortunatamente, i fantasmi veterani stavano spiegando loro i dettagli in mia vece: Il rito serve a renderti uno spirito indipendente. Se rimanessi come sei ora, la tua coscienza finirebbe per sbiadire e diventeresti una mera ombra destinata a vagare senza meta, senza contare che il primo Apostolo potrebbe incorporarti a se.
Dio mio, che schifo! Disse* Damera
Concordo. Dopo il rito potremo combattere qui mostri? Chiese Richelt
Si e no. Gli fu risposto Quelli sono a metà fra il mondo umano ed il clifoto, che è una parte del Regno degli Spiriti, servono carne e sangue per combatterli, a meno di non essere uno spirito bello potente, s'intende. I due novizi manifestarono la loro perplessità, così Marcus, il fantasma di un mercenario, proseguì la spiegazione. Le streghe normalmente tessono i loro incantesimi contando sull'ausilio degli spiriti che evocano dall'altra dimensione. Tuttavia, nulla vieta loro di trarre forza dagli spiriti in questa dimensione. Una volta compiuto il rito, le anime si trasformano in spiriti, od in qualcosa di straordinariamente simile. Reina a quel punto avrebbe potuto chiamarli a sé, fondersi con loro e trasformarsi in un concentrato di forza dalle incredibili capacità combattive ed estremamente incazzato, ma senza un oncia di disperazione in corpo.
Avete battuto molti mostri con questo metodo? Domandò ancora Richelt.
Per ora ne abbiamo sconfitti solo cinque, disse Fer l'ex fornaio, ma perché all'inizio eravamo pochi ed abbiamo dovuto evitare quelli più grossi. Più siamo e più ne abbatteremo.
*Un fantasma non ha le corde vocali, ma facciamo finta che abbia usato la voce invece di limitarsi a trasmettere con precisione il suo stato emozionale, com'è uso fra fantasmi e spiriti in genere.
La radura in cui giunsero splendeva nel sole di mezzogiorno.
Mentre gli spiriti vagavano qui e là, Reina tracciò sigilli sugli alberi, chiamando a se le forze ancora pure del bosco e della terra. Ad ultimare l'incantesimo preparatorio, la strega alzò le braccia al cielo e le sue mani in breve tempo non sentirono più il tepore del sole, il suo spirito si proiettò in un'altra dimensione, alla presenza dei Quattro Re. Essi diedero la loro benedizione ed una cascata di pura luce multicolore si riversò nella radura. I fantasmi vecchi e nuovi accolsero la luce nella propria essenza, grati della gioia che trasmetteva.
"Demera" Chiamò Reina "Vieni avanti, se è ancora forte in te il desiderio di combattere." Demera prese un metaforico respiro e si avvicinò alla strega, che ora stava al centro della radura. La Reina sembrava un uomo. L'abbigliamento era quello di un cacciatore senza arco e frecce, indumenti di pelle più resistenti che comodi, niente affatto belli. Alla cintura, sul fianco destro, era legata una borsa dalla capienza imprecisata e dal contenuto misterioso. Non portava cappelli a punta ne bastoni, solo un laccio di cuoio le cingeva il capo dai radi capelli mori e due bracciali intagliati di rune, uno di biancospino, l'altro di cipresso, le cingevano i polsi sostituendo il bastone. Quando il fantasma le fu davanti, incrociò le braccia e prese a mormorare una litania. Mentre cantava a mezza voce, i due bracciali presero a ruotarle sui polsi, senza toccare la pelle. I suoi occhi, in un primo momento dallo sguardo assente, si focalizzarono poi su Demera, scavandole l'animo. Questo mise la ragazza/fantasma a disagio, ma il dolore della sua morte era ancora vivo e lasciò fare la strega senza opporsi. Voleva combattere. Lo voleva talmente tanto che il suo carattere irascibile si risvegliò ancora una volta in un guizzo di rabbia. Un guizzo... o una scintilla. "Mrabornar andermur sundrasut" Mormorò Reina, significava:"Accogli la tua accolita, Signore del Fuoco". La strega distese le mani davanti a sè ed il fantasma vi pose sopra le sue, opalescenti. Un momento Demera fissava lo sguardo negli occhi di Reina, il momento dopo si trovò catapultata nel suo animo. Non avrebbe potuto spiegarlo, ma sapeva che quello era l'animo di Reina. Tuttavia non le fù lasciato il tempo di guardarsi in giro, un vento impetuoso (la volontà della strega) la condusse attraverso una porta nascosta e fù nel mondo degli spiriti, al cospetto del suo angelo guida fatto di fiamme e luce. Il suo essere, quella piccola ombra che era rimasta di lei, bruciò e venne temprata, per poi rinascere come uno spirito-salamandra, dalle sembianze di un rettile antropomorfo incandescente. Demara (gli fu permesso di mantenere il suo vecchio nome in virtù del patto con Reina) gioì della sua nuova forza e si sentiva attratta dal mondo del suo nuovo Signore, ma un piccolo circolo d'oro comparve alla sua caviglia ed il neonato spirito di fiamma ritornò indietro, nel mondo mortale. Demara volò nella radura, con nuovi occhi e nuovi sensi, guardando i suoi nuovi compagni e la strega, vedendoli per la prima volta come apparivano sull'Altro Piano: Spiriti della Terra e dell'Acqua, della Forza, del Vento, della Luce ed altro ancora. Poi c'era Reina. La Strega sua salvatrice era come un essere fra due mondi, un piede sul suolo terreno ed uno sull'erba del Paradiso. La sua anima rifulgeva della luce dell'Altro Mondo, mentre il suo corpo manteneva la solidità terrena. Per la prima volta da quando l'aveva incontrata, Reina le sorrise, felice della sua gioia ritrovata. Poi il suo sguardo si fece nuovamente grave ed assente:"Richelt" Chiamò "Vieni avanti, se è ancora forte in te il desiderio di combattere".
Fine.